“Desiderio Umanità Resistenza”

Valeria Mauro, classe 2001, ha frequentato il Liceo artistico Ripetta a Roma dove si è diplomata con il massimo dei voti. È attualmente studentessa universitaria in Storia dell’Arte presso l’Università RomaTre, nonché studentessa presso la Scuola Romana dei fumetti. Ha recentemente partecipato a una mostra degli allievi del 1 corso di disegno di tecnica del fumetto intitolata “Mythology”.

Com’è nata la tua passione per l’arte e quali sono i tuoi più recenti ricordi di te con una matita in mano?

La mia passione per l’arte c’è sempre stata. Mi ricordo che da piccolissima quando mi annoiavo sfogliavo i cataloghi di vari artisti che avevo a casa e studiavo le immagine, mi è rimasto ancora impresso il ricordo delle forti sensazioni sia positive che negative che essi mi suscitavano, ad esempio la donna che piange di Picasso mi faceva paura mentre le sue chitarre scomposte mi affascinava terribilmente, la stessa meraviglia la provavo con Magritte che da piccola mi piaceva tantissimo.
Ma oltre a guardare mettevo anche in pratica. I miei ricordi arrivano fino alla seconda o terza elementare,in cui riempivo i temi o gli esercizi di scrittura con disegni, dato che finivo prima e anche nel tempo libero disegnavo. Da piccolissima ho massacrato i libri di legge di mia madre con scarabocchi e disegnini, le buttavo giù tutte le librerie dove potevo arrivare e pagina per pagina li sfogliavo e li scarabocchiavo.

Come hai scoperto il mondo dei fumetti e quali sono i tuoi libri, artisti, maestri preferiti?

Mi sono avvicinata al mondo dei fumetti alle elementari, dove ero una divoratrice di Paperini e fumetti Disney, non perdevo un numero del mensile “Paperino” e appena vedevo fumetti Disney “misti” tipo “i classici Disney” non perdevo tempo e li compravo subito. Al liceo ho scoperto il mondo manga e anime giapponese mentre solo negli ultimi 3 anni ho scoperto il fumetto franco-belga e italiano e quello più “autoriale”. Da quando ho deciso che il fumetto poteva essere uno sbocco lavorativo ho iniziato a leggere un po di tutto insomma.
I maestri che più mi hanno ispirato e che tutt’ora sono fondamentali per me vanno da i film di Hayao Miyazaki come “Il castello errante di Howl” e del suo collega Takahata come “La principessa splendente” ,Zerocalcare, Juanjo Guarnido {disegnatore di blacksad}, Art Spiegelman {scrittore e disegnatore di Maus}, Jordi LaFebre, Demiposuzuka con le sue prospettive da paura (the promised Neverland) e infine gli illustratori Loputyn e Daniel Landerman.

Spiegaci il tuo interesse per il disegno, l’importanza che ha per te la creatività e l’espressività personale.

Il mio interesse per il disegno c’è sempre stato nella mia vita,ma semplicemente perché è sempre stato il mio modo di esprimere i miei sentimenti, sfogarmi, rilassarmi e soprattutto anche nei miei momenti di maggiore difficoltà mi ha aiutato a resistere.
Il disegno per me è come un compagno che non mi abbandonerà mai e che mi rende veramente felice. Per questo motivo ho pensato di renderlo il mio futuro lavoro.

Preferisci illustrare storie già scritte o inventare sia i dialoghi che i disegni?

Entrambi, ovvio che se la storia è scritta da te ti piace e ti appassiona di più perché sei tu che dirigi i fili, strutturi i personaggi ectect ma anche dare vita alla storia di un’altra persona sarebbe una bellissima sfida soprattutto nel character design, oltretutto il lavoro di scrittura, che è molto delicato e fondamentale per realizzare un bel fumetto, lo ha fatto già un altro.

Quali sono i soggetti che ami rappresentare ma anche che cosa vorresti raccontare nelle tue storie

Ciò che amo più disegnare, forse perché mi viene anche più facile, è il corpo femminile assieme ai dettagli del vestiario, però proprio per questo, cerco di spaziare dedicandomi al maggior numero di soggetti possibile, anche quelli che ahimè, sono molto più scomodi e in cui zoppico di più, come la prospettiva e le ambientazioni in generale.
Se mai riuscirò a diventare una fumettista “scrittrice”, con le mie storie cercherei di portare un riflettore sulle problematiche sociali magari mescolandoli e adattandoli a un mondo di fantasia, ma soprattutto sui movimenti e mutamenti dell’io, dell’impatto che la realtà ha sulla psicologia umana e quanto è effettivamente importante affrontare il malessere e la malattia, combattere per cambiare sé stessi e il mondo circostante.
Per ora però sono solo congetture, potrei aggiungere anche altro in futuro.

Qual è la tecnica o le tecniche che ti permettono di esprimerti al meglio?

La tecnica che preferisco attualmente è il bianco e nero, lo sketch a grafite è la fase che preferisco perché è più spontaneo ed è il momento più creativo, quando materializzo l’immagine che ho in mente sul foglio.
Riguardo alle tecniche per il colore uso spesso acquerelli o pennarelli copic, vorrei tanto imparare il guache che è praticamente l’incrocio tra i due, un acquerello dai colori brillanti.

Il fumetto ci trasporta ovunque e ci fa scoprire altre realtà. Qual è l’importanza del viaggio per te? Dove vorresti andare?

Per me il viaggio, soprattutto se si deve fare un lavoro “creativo”, è fondamentale. Dopotutto la prima fonte di ispirazione è la realtà. Vedere le più disparate tradizioni, diverse culture e visioni del mondo è fondamentale per ampliare il proprio bagaglio creativo/culturale, da’ anche una maggiore apertura mentale.
Per questo mi piacerebbe poter essere capace di visitare il mondo, per ora le tappe che favorisco sono Giappone, Cina e le maggiori corti del vecchio continente: Inghilterra, Austria, Spagna e Francia, mi piace sognare in grande. Più che altro mi basterebbe viverlo, ovvero andare a vivere per un certo lasso di tempo in una delle loro capitali, solo così secondo me, assapori il vero viaggio.

Tre parole chiavi per te…

Desiderio, umanità, resistenza.

Intervista a Valeria Mauro

Laurence Jeantet

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